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“I nazisti li hanno uccisi, hanno tolto loro la vita, ma non potevano togliere loro la dignità. La dignità dell’essere umano non è data o tolta da qualcuno. C’è nell’essenza stessa della persona, di ogni persona, in qualsiasi situazione essa si trovi, e noi dobbiamo solo riconoscerla. Su questo si fondano i diritti umani. Non siamo noi che li diamo o li togliamo: sono iscritti nell’essere stesso della persona umana e noi dobbiamo solo riconoscerli e tutelarli, con le leggi e i comportamenti.

L’ultimo di questo mondo è grande come il primo, il barbone più emarginato ha una grandezza umana di fronte alla quale io mi devo sempre inchinare, l’anziano magari demente porta dentro un patrimonio indistruttibile di dignità che io devo onorare quotidianamente, il profugo, bianco o nero che sia, merita lo stesso rispetto del presidente della Repubblica o del Papa.

Quest’idea di umanità sta alla base della nostra convivenza, sta alla base della nostra Costituzione nata dalla Resistenza, sta alla base della tutela internazionale dei diritti umani ed è esattamente l’oppostodi quella professata dall’ideologia nazifascista. Per quest’ultima gli individui non valgono nulla.

Come diceva nel 1934 un ideologo nazista, Krannhals “l’individuo non ha come tale né il diritto né il dovere di esistere, poiché ogni diritto e ogni dovere promanano dalla Gemeinschaft”, cioè dalla comunità, dalla società, in pratica dallo Stato (G. Dossetti, Introduzione, in L. Gherardi, Le querce di Monte Sole. Vita e morte delle comunità martiri fra Setta e Reno. 1898-1944, Il Mulino, 1986, p. XIX). È lo Stato che dà o non dà il diritto di esistere. Asservire, schiacciare e perfino sterminare degli esseri umani diventano soltanto una questione di utilità per lo Stato. Le persone non valgono nulla.“Non si deve lasciare spazio alla sfera privata. Il nostro uomo è sempre in uniforme”, recita il regolamento nazista del servizio civile obbligatorio per i giovani (P. Rosà, Willi Graf. Con la Rosa Bianca contro Hitler, Il Margine, 2008, p. 45).

E invece per noi le persone sono tutto, ciascun essere umano è universo di dignità infinita, sono gli esseri umani che fondano la legittimità dello Stato, non è lo Stato che crea o distrugge la legittimità della vita delle persone.

Davanti agli uccisi (…), chiediamoci se noi stiamo o no riconoscendo la dignità indistruttibile di ogni persona,anche di fronte ai drammi spaventosi dei migranti, la più grande tragedia umanitaria dai tempi della seconda guerra mondiale.

Ogni persona ha il suo nome e cognome, ha la nostra stessa dignità che chiede di essere riconosciuta.Qui è il cuore della nostra civiltà, qui sono i baluardi che dobbiamo difendere della nostra civiltà”.

Dall’orazione ufficiale pronunciata il 15 agosto 2017 da Vincenzo Passerini, presidente del Cnca (Coordinameno nazionale comunità di accoglienza) del Trentino-Alto Adige, in occasione della commemorazione del 73° anniversario dell’eccidio nazifascista di Malga Zonta (Folgaria, Trento).

Testo pubblicato come “Appendice” nel libro “La solitudine di Omran. Profughi e migranti: cronache di una rivoluzione.”


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