In cammino con il Presidio Universitario di Libera contro le Mafie “Celestino Fava”- Trento e con l’Associazione Centro Astalli Trento Onlus vogliamo ricordare alcune donne che meritano la nostra memoria e il nostro impegno: sono le vittime di mafia e le vittime di un’altra ingiustizia- quella dei terribili viaggi per riuscire ad arrivare migranti in Europa.
Ciascuna di loro ha un volto, una storia che ci riguarda. Don Milani diceva giustamente che ciascuno è responsabile di tutto: lo siamo anche di queste vite. Ricordarle è un nostro dovere.

Daphne Caruana Galizia, una giornalista e blogger maltese. Impegnata in numerose inchieste, fu assassinata in un attentato perché aveva scoperto il coinvolgimento del governo in gravissimi fatti di corruzione.
La 14enne Palmina Martinelli è stata uccisa perché non voleva prostituirsi.
Beauty S., nigeriana di 31 anni, dopo un respingimento sul confine francese in mezzo alla neve, è riuscita a far nascere il suo bambino prima di morire.
Teresa Buonocore è tra le donne uccise nel tentativo di proteggere le figlie dagli abusi di uomini violenti.
Phan Thi Tra My, vietnamita di 26 anni, è una delle 39 vittime del camion di migranti clandestini trovato nella piazzola di un porto a est di Londra nell’ottobre 2019.
Lea Garofalo ha detto coraggiosamente di “no” alle violenze di cui è stata vittima.
Una profuga etiope di 29 anni, Rwada, probabilmente diretta al Brennero, morì di notte a causa di un treno merci il 17 novembre 2016.
Agata Azzolina non sopravvisse al dolore per la morte di suo marito e suo figlio accorsi nel loro negozio per difenderla dall’ennesima estorsione e intimidazione mafiosa.
Madina Hussein era una bambina di 6 anni; nel 2017 è stata investita da un treno vicino a Sid, ultima cittadina in Serbia prima del confine croato.
Marcella di Levrano fu una testimone di giustizia che cercò di liberarsi dalle costrizioni e dai soprusi della Sacra Corona Unita.
Aminata Kone non è mai davvero arrivata nel porto di Pozzallo il 6 novembre 2016, data della sua morte. Ma era stata previdente e aveva cucito all’interno della felpa di uno dei due figli una rubrica telefonica dove c’era anche il recapito del marito. Grazie a questo gesto, i bambini sono stati portati dal loro genitore rimasto.
Le sorelline Nencioni erano bimbe innocenti uccise in un attentato mafioso in via Gergofili a Firenze.
In Malli Gullu, morta di stenti all’arrivo in Italia, c’è la storia di troppe donne kurde torturate, fuggite alla morte nel loro paese, ma mai arrivate all’approdo.
Ida Castellucci era incinta di due mesi quando fu uccisa insieme al marito Nino Agostino. Era il 1989, ma sulla loro vicenda non è ancora stata fatta giustizia.
È sepolta a Papanice, in provincia di Crotone, Neima Abdullahi Ali, giovane somala vittima di torture in Libia.
Matilde Sorrentino fu ammazzata 16 anni fa perché aveva avuto il coraggio di denunciare alcuni pedofili. I mandanti ricompensarono con 50mila euro il killer che la uccise.
Omowunmi Bamidele Adenusi, 28enne nigeriana, è morta nell’agosto 2019 per un rogo in un ghetto della Basilicata. Le condizioni disumane dei raccoglitori delle nostre campagne sono un’ingiustizia che unisce una volta di troppo le vittime di mafia a quelle dell’immigrazione. Iman Mahmoud Laila, bimba di un anno e mezzo, è morta di freddo in un campo profughi in Siria nel gennaio 2020.

La loro storia ci riguarda.

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