L’Italia è il secondo esportatore al mondo di armi leggere. (Trade Update 2019, www.smallarmssurvey.org). Le armi leggere sono responsabili del 90% delle uccisioni avvenute nel corso di tutti i conflitti che si sono susseguiti dalla seconda guerra mondiale ad oggi. (Periodico IRIAD 3/2019).

Eppure il commercio di armi sembra non essere un problema mio. Con l’aiuto di Tommaso Bisoffi, che si è laureato in Giurisprudenza con una tesi su questi temi, questa raccolta di vignette intende denunciare le violazioni di una legge, L.185/1990. Essa ci vieta di vendere armi a Paesi che violano il diritto internazionale dei conflitti armati. Impossibile non essere a conoscenza di queste gravi violazioni commesse dalla coalizione saudita in Yemen. Impossibile ignorare i trattamenti inumani e degradanti subiti da chi si contrappone alla Turchia di Erdogan, che è il maggior acquirente di armi italiane negli ultimi anni. (Fonte: SIPRI Yearbook 2019.) Impossibile ignorare che un altro tra i maggiori importatori di armi italiani sia proprio l’Egitto, responsabile dell’assassinio senza colpevoli di Giulio Regeni o dell’incarcerazione del giovane Patrick Zaki. 

Senza la campagna della società’ civile “Contro i mercanti di morte” la l. 185/90 non sarebbe mai nata. Grazie a questa legge ogni anno il Governo deve presentare al Parlamento una relazione che descriva il commercio di armi dell’anno precedente. 

Informarsi, indignarsi e manifestare è necessario: è quanto hanno fatto nel 2019 i lavoratori portuali e i cittadini di Genova e di altri porti in Belgio, Spagna e Francia, per impedire l’imbarco di materiali ad uso militare su una nave diretta in Arabia Saudita, paese che le utilizza nel conflitto in Yemen.

“È vero, oggi le ragioni per indignarsi possono sembrare meno nette, o il mondo troppo complesso. Chi comanda, chi decide? Non è sempre facile distinguere fra le tante correnti che ci governano. Non abbiamo più a che fare con una piccola élite della quale comprendiamo chiaramente gli intrighi. Il nostro è un mondo vasto, del quale intuiamo la non indipendenza. Viviamo in un contesto d’interconnettività senza precedenti. Ma in questo nostro mondo esistono cose intollerabili. Per accorgersene occorre affinare lo sguardo, scavare. Ai giovani io dico: cercate e troverete.” – Indignatevi!”, Stéphane Hessel

Oggi sembra difficile indignarsi, oggi il singolo cittadino non può chiedere che un tribunale annulli un’autorizzazione all’esportazione perché viola la legge, non ha infatti un personale interesse o diritto leso da quel provvedimento, condizione necessaria per impugnare un provvedimento amministrativo.

❓❓ Forse, con l’evolversi del diritto, associazioni portatrici di un interesse diffuso (es. del diritto alla vita) potranno chiederne l’annullamento, come già avviene in materia ambientale.

⏰ È quindi ancora più importante, in attesa di quel momento, che NOI cittadini ci informiamo e facciamo pressione sui nostri rappresentanti politici 👨🏻‍💼, sulle banche 💰, per fermare un commercio di morte!

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